Amarcord. Genova 1893 – Roma, gennaio 1943: Primo storico successo in casa dei grifoni. Roma diretta dal tecnico ungherese Géza Kertész, lo “Schindler del calcio”

Siamo nel giugno 1942, con la vittoria interna sul già retrocesso Modena la Roma conquista il suo primo scudetto.

Ciò che era sfuggito negli anni di Campo Testaccio si è finalmente materializzato; una squadra strepitosa, una difesa fortissima ed un portiere, Guido Masetti, capace di trascinare i suoi compagni nei momenti difficili.

Ci sarebbe da parlare di alcuni arbitraggi dannosi negli scontri chiave ma, in sintesi, questa è stata l’annata 1941 – ’42.

Il tricolore viene cucito sul petto, ora bisogna difenderlo. Al via la nuova stagione, sempre agli ordini del tecnico Alfred Schaffer. La rosa viene confermata più o meno in blocco, a cui si aggiunge qualche innesto.

Il torneo inizia con un paio di vittorie che si riveleranno, ahimè, illusorie. La squadra non riesce a mantenere i livelli espressi nella passata stagione, si registrano troppi stop che frenano le ambizioni ed i sogni dei tifosi.

A dicembre Schaffer, per motivi personali legati all’evolversi del conflitto mondiale in corso, dà le dimissioni e lascia l’Italia. A succedergli sulla panchina arriva il connazionale Géza Kertész.

Il 1942 si chiude con i giallorossi a notevole distanza dalla vetta. È il 3 gennaio 1943, si va a far visita al Genova 1893, compagine diretta dal tecnico Guido Ara, allenatore giallorosso dal 1937 al maggio 1940.

La Roma ha una partita in meno, la trasferta di Genova per lo scontro con il Liguria (da cui deriverà la Sampdoria) dell’8 novembre era stata rinviata.

Il treno dei capitolini venne prima bersagliato da colpi di mitraglia durante un’azione di guerra, poi entrò in collisione con un altro treno. Per fortuna gli atleti saranno tutti illesi.

Ora, contro i rossoblu, si cerca di ottenere due punti per poter scuotere positivamente un ambiente apparentemente appagato dall’impresa dell’anno prima. Manca il portiere Masetti, colpito da un lutto familiare.

Il Genova 1893 si presenta con: Bacigalupo, Spadoni, Sardelli, Cattani, Allasio, Genta, Sotgiu, Trevisan, Ispiro, Bertoni, Conti. Di fronte la Roma si dispone con: Blason, Brunella, Andreoli, Jacobini, Mornese, Bonomi, Benedetti, Coscia, Amadei, Cozzolini, Pantò.

Arbitro designato il signor Scorzoni di Bologna. Nei primi minuti Sotgiu per i padroni di casa si rende pericoloso più volte. Dalla parte opposta c’è un Pantò scatenato; all’8° riesce ad eludere l’intervento di Bacigalupo e colpisce a botta sicura, ma il difensore Genta compie il miracolo salvando sulla linea. Al 26° sempre il giallorosso colpisce la traversa al termine di un’azione personale.

I liguri si fanno vivi al 43° con il gol di Ispiro, annullato per fuorigioco. Il Genova è troppo nervoso ed inconcludente, la Roma ne approfitta. È l’11° della ripresa quando Benedetti passa ad Amadei che, a sua volta, cede a Pantò. L’attaccante avanza e batte Bacigalupo in uscita che si fa male scontrandosi con un avversario.

Roma in vantaggio e Genoa doppiamente penalizzato, il suo portiere riporta una frattura alle costole. Grifoni in dieci, visto che non esistono ancora le sostituzioni. In porta va Genta, ottimo difensore ma senza futuro come portiere. Lo dimostra al 25° sbagliando il rinvio, corto, raccolto da Pantò che appoggia ad Amadei.

La conclusione del centravanti giallorosso non trova ostacoli in Genta che si oppone in maniera inadeguata, non impedendo il raddoppio della Roma. A questo punto i guantoni li prende Cattani, decisamente più a suo agio nel nuovo ruolo che il corso della gara gli impone. Ultimo colpo di scena al 38°, fallo di mano di Andreoli in area, rigore per i rossoblu.

Sul dischetto si presenta Trevisan, ma il suo tentativo di trasformazione si perde malamente a lato.

Non è giornata per i genovesi, arriva il triplice fischio e la Roma si aggiudica l’incontro per due reti a zero.

Primo storico successo giallorosso in casa dei grifoni!

La vittoria, tuttavia, non riporta la formazione capitolina a quella continuità di rendimento necessaria per onorare al meglio il tricolore presente sulla maglia. Il campionato si avvia, purtroppo, verso una mesta conclusione: undicesimo posto!

Seguirà la sospensione per l’accanirsi degli eventi bellici. Il mister ungherese Géza Kertész, dopo quasi vent’anni trascorsi in giro nel nostro Paese allenando Taranto, Catania, Salernitana ed altre realtà, torna in patria.

Ad attenderlo il destino che ha scelto, quello di un eroe che pagherà con la vita l’impegno per salvare molti ebrei del suo Paese dai campi di sterminio nazisti.

Venne arrestato e poi fucilato insieme all’ex compagno di squadra Istvàn Tòth il 6 febbraio 1945, ad una sola settimana dalla liberazione di Budapest, poi avvenuta il 13 febbraio.

Verrà definito lo “Schindler del calcio”, la sua è la storia di uno sportivo ma, soprattutto, di un grande uomo che andrebbe approfondita a parte per poterle conferire il giusto risalto che merita.

di Massimiliano Spalluto

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