“Lo strano percorso”, cantava Max Pezzali in uno dei suoi pezzi più fortunati. E in effetti è davvero uno strano percorso quello che accomuna Roma e Lione, che giovedì sera si troveranno di fronte a distanza di dieci anni dall’ultima gara in Europa. Quasi dieci anni, perché il decimo anniversario scatta in realtà oggi 6 marzo, quando allo Stade de Gerland gli uomini di Spalletti (in panca oggi come allora) compirono un’impresa senza pari.
Nonostante le premesse non proprio confortanti e l’assenza di un pilastro difensivo come Panucci, il tecnico toscano trascinò i suoi verso la gloria grazie alla rete di Capitan Totti e al capolavoro di Amantino Mancini. Un’opera d’arte, più che un goal, condito da un numero imprecisato di doppi passi ai danni del povero Reveillere (c’è chi giura che il terzino francese soffra ancora di emicrania).
Nella ripresa fu poi il portierone brasiliano Doni a salire in cattedra, neutralizzando tutte le conclusioni degli avversari. Quel match gli è rimasto così impresso che appena qualche mese fa ne ha pubblicato un estratto sul suo profilo Facebook, definendolo “la più bella partita di tutte”. Al fischio finale la Roma si qualificò ai quarti, laddove solo Falcao, Conti e Di Bartolomei erano già stati. E pazienza se giovedì sarà Europa League e non Champions: cambia la sostanza, non la speranza.
Massimo Salvo