di Massimiliano Spalluto
Un gol, la corsa sotto il settore ospiti, un bacio lanciato con l’indice della mano destra prima di raccogliere l’abbraccio dei suoi tifosi; basta questo per riscaldare il cuore del popolo giallorosso nella freddissima serata di Verona. Come spesso gli è accaduto nella lunga e gloriosa militanza nella sua squadra del cuore, tocca al Capitano Francesco Totti suonare la carica ai compagni. Dopo più di un’ora di gioco arriva il suo gol ad inaugurare il vincente assalto romanista alla porta del Chievo che, in soli cinque minuti, è destinata a capitolare per ben tre volte.
È il 7 dicembre 2003, la serie A vive la sua dodicesima giornata, già inizia a profilarsi lo scontro per la vetta della classifica tra la Roma del presidente Sensi ed il Milan allenato da Carletto Ancelotti, sfida che costituirà il leitmotiv del torneo. La Roma vive un momento delicato dal punto di vista societario e si pensa ad una sua cessione ai russi della Nafta Moskva; la trattativa va avanti a fari spenti e vive il suo momento cruciale nel gennaio – febbraio 2004.
I contabili ed i legali lavorano alacremente, tra alti e bassi, nel silenzio assoluto dei media. Tutto sembra procedere verso la fumata bianca, ma in dirittura d’arrivo ecco il colpo di scena inatteso. Per motivi non del tutto chiariti l’acquirente russo si ritira dall’affare a pochi passi dal passaggio di proprietà; è la notte tra sabato 28 e domenica 29 febbraio, anno bisestile evidentemente poco propizio per la realizzazione di affari importanti.
Quella domenica la compagine capitolina stravince a Parma, dominando e mettendo in mostra un gioco spumeggiante. La vicenda del mancato closing, però, apporterà inevitabili ripercussioni sul cammino della squadra. Infatti, l’undici di mister Capello inizia a girare a vuoto perdendo terreno nei confronti dei rossoneri e si dovrà accontentare della seconda posizione finale. Nel match con il Chievo la Roma trova di fronte Simone Perrotta che nell’estate successiva entrerà a far parte della famiglia giallorossa, diventandone una bandiera. L’Olimpico diventerà la sua casa; indosserà la casacca della Roma fino al 2013, anno in cui conclude la sua carriera agonistica.
Il Chievo in campo con: Frezzolini, Moro, D’Anna, Barzagli, Malagò, Semioli, Perrotta, Morrone, Franceschini, Cossato, Amauri. La Roma oppone: Pelizzoli, Zebina, Samuel, Chivu, Mancini, Tommasi, Emerson, Lima, Totti, Carew, Cassano. Prima frazione senza particolari emozioni, con i capitolini che mirano a controllare il gioco contenendo le iniziative degli avversari; unico sussulto con Franceschini che al 39° centra la traversa. Nella ripresa si cambia passo e la Roma appare da subito più aggressiva; le bastano cinque minuti per chiudere il match. 22° manovra Emerson, al limite dell’area tocchi veloci da Cassano a Totti e da questi a Carew, il tentativo di conclusione viene respinto da un difensore.
Palla raccolta da Emerson che cede sulla destra a Mancini, il brasiliano effettua un passaggio rasoterra a centro area dove Totti, tutto solo, mette dentro il vantaggio giallorosso. 25° da Cassano a Totti, lancio preciso del Capitano per Mancini che entra in area dalla destra e da posizione angolatissima infila un diagonale imprendibile per il portiere clivense Frezzolini. Solo due minuti e la Roma affonda il colpo del definitivo KO con Cassano che deposita in rete capitalizzando un perfetto assist di Mancini dalla destra.
I tre ravvicinati colpi mortali inferti dall’attacco giallorosso stroncano le capacità reattive dei padroni di casa, negli ultimi venti minuti c’è da annotare solo le sostituzioni. Il tecnico veneto Delneri effettua i suoi cambi togliendo Semioli, Franceschini e Cossato per gettare nella mischia Pellissier, Lanna e Sculli. Nella Roma, invece, De Rossi viene spedito in campo per concedere una passerella a Capitan Totti, è il 43°. Triplice fischio dell’arbitro Bertini di Arezzo, la Roma si aggiudica il match per tre reti a zero.