di Massimiliano Spalluto
“Chi ben comincia è a metà dell’opera” dice un noto proverbio. È trascorso poco più di un anno dalla sfida scudetto segnata dall’ormai celebre gol di Turone non convalidato.
Un altro torneo ha avuto luogo in cui la squadra di Liedholm non è riuscita, tuttavia, a mantenere una continuità di risultati tale da permetterle di centrare l’obiettivo sfiorato in quel maggio 1981. Il campionato 1981 – ’82 chiude con la Roma al terzo posto dietro Juve e Fiorentina che si sono contese il titolo fino all’ultimo minuto di gioco.
Il fischio finale della competizione apre, però, una disputa polemica tra i viola ed i bianconeri la cui eco carica di recriminazioni si prolunga nei decenni seguenti. Siamo nell’estate del 1982, in Spagna la nazionale di Enzo Bearzot, partita tra la scarsa considerazione dei pronostici dei cosiddetti “esperti” di calcio e lo scetticismo dei tifosi, riesce nell’intento di battere, in sequenza, i campioni uscenti dell’Argentina, il Brasile stellare di Falcao, Zico e Socrates, la Polonia di Boniek e la Germania Ovest di Schumacher & C., conquistando un mondiale che da 44 anni non si tingeva di azzurro.
Si parla dei gol di Paolo Rossi, dell’esperienza di Dino Zoff, ma il mondo scopre il talento di Bruno Conti capace, con i dribbling e la precisione delle sue giocate funamboliche, di entusiasmare il pubblico degli appassionati sparsi nei cinque continenti. Bruno torna in Italia accolto da trionfatore e si prepara a compiere un’impresa che, come quella “mundial”, non viene centrata da oltre 40 anni: riportare sulle maglie della Roma il tricolore. Vengono stabiliti i calendari, il nuovo campionato di serie A verrà inaugurato il 12 settembre, dopo il girone di Coppa Italia.
Per la formazione allenata da Nils Liedholm il debutto avviene al Sant’Elia di Cagliari contro i rossoblu di Gustavo Giagnoni, tecnico giallorosso nel periodo compreso tra l’estate del 1977 ed il novembre 1978. In questa calda domenica di metà settembre ben 6 sono i giocatori a debuttare nella nuova Roma pronta a strappare lo scudetto dalle maglie della Juve. I loro nomi sono: Aldo Maldera, Herbert Prohaska, Claudio Valigi, Pietro Vierchowod, Michele Nappi e Maurizio Iorio. Questi gli schieramenti in campo, il Cagliari: Goletti, Lamagni, Azzali, Restelli, Bogoni, Loi, Rovellini, Uribe, Victorino, Marchetti, Piras.
La Roma si dispone con: Tancredi, Nappi, Nela, Vierchowod, Di Bartolomei, Maldera, Faccini, Prohaska, Pruzzo, Valigi, Iorio. Arbitro designato il signor Lo Bello di Siracusa. Palla al centro, è il Cagliari a dare il calcio d’inizio del torneo che darà tante soddisfazioni al tifoso romanista.
Sono trascorsi soltanto 9 minuti quando Prohaska batte un calcio di punizione dalla destra, accordato per fallo di Lamagni su Iorio. Il suo traversone in area trova Paolo Alberto Faccini pronto a staccare di testa e spedire in rete alla destra di Goletti che non può fare nulla. Primo gol della stagione del trionfo, Roma in vantaggio.
Il primo tempo trascorre senza grosse emozioni, la Roma controlla ed il Cagliari non riesce a rendersi pericoloso. Nella ripresa cambia l’atteggiamento dei padroni di casa, decisamente più aggressivi. Si rendono pericolosi Victorino ed Uribe in un paio di occasioni in cui si esalta Tancredi nel respingere. Al quarto d’ora, però, la Roma colpisce ancora. Un traversone dalla destra di Prohaska trova la deviazione in tuffo di testa di Loi che mette fuori causa il suo portiere, è il raddoppio. A questo punto la Roma pecca di sufficienza, tende a distrarsi e concede un po’ troppa iniziativa ai rossoblu.
Al 22° Uribe viene atterrato da Nela a pochi metri dal limite dell’area giallorossa, punizione. Batte Marchetti, lo spiovente in area è un invito per Piras che, di testa, mette alle spalle di Tancredi. La gara è riaperta, gli uomini dell’ex allenatore romanista Giagnoni ci credono e si lanciano in avanti alla ricerca del pari. Ci provano con ogni mezzo, nel senso letterale del termine; infatti a Victorino viene annullato un gol in tuffo per evidente fallo di mano.
La Roma è in affanno e per condurre in porto questo primo successo della stagione bisogna attendere il 42°. È l’esordiente Valigi, con un elegante palleggio aereo, a liberarsi del suo marcatore, entrare nell’area sarda dalla sinistra, mettere al centro per Iorio che con un tocco di sinistro chiude i conti, 3-1 per la Roma.
Tutti negli spogliatoi, il “Barone” Liedholm sorride quando gli arriva la conferma della sorpresa della giornata: la Juve del Trap, favorita per la corsa al terzo titolo consecutivo, ha steccato la prima perdendo a Genova contro la Sampdoria per 1-0. Quel sorriso illuminerà ancora il suo volto tante altre volte fino all’8 maggio 1983, quando si confonderà tra le lacrime e le urla di gioia del popolo giallorosso in festa.