Di Massimiliano Spalluto
Prima affermazione dei giallorossi sul difficile terreno del “Littoriale” di Bologna.
Per la Roma la tana dei rossoblu era stata sempre una fermata dolente; tre pareggi e nove sconfitte il bilancio giallorosso, fino a quel momento, in casa dello “squadrone che tremare il mondo fa”, vale a dire il Bologna del presidente Renato Dall’Ara.
Questo modo di autodefinirsi trova giustificazione nei successi raccolti nel corso degli anni dai felsinei: 6 scudetti, 2 coppe Europa Centrale (in seguito divenuta Mitropa Cup, ma all’epoca un po’ una Champions League allo stato embrionale) e l’affermazione nel Torneo dell’Esposizione di Parigi nel 1937. Un palmarès sicuramente considerevole per quei tempi.
La Roma, invece, nel 1936 sfiorò il titolo arrivando ad un punto dal Bologna campione, a conclusione di una stagione nata tra tormenti e defezioni inattese (quelle dei tre oriundi Guaita, Scopelli e Stagnaro).
Nel lustro successivo, però, la formazione capitolina non mantenne una continuità di risultati di un certo livello, raccogliendo ben poche soddisfazioni in campionato e due finali perse in Coppa Italia. Sembra arrivato il momento per un riscatto, d’altronde, se non ora, quando?
Ed ecco la nuova stagione, con Alfred Schaffer confermato allenatore. Al vertice un nuovo presidente, Edgardo Bazzini, neofita del calcio, mentre sul mercato si punta a pochi acquisti mirati: il portiere di riserva Fosco Risorti, il difensore Sergio Andreoli, a centrocampo Edmondo Mornese e nel reparto avanzato Renato Cappellini.
Così inizia la serie A 1941 – ’42, Roma chiamata a dare un segno d’orgoglio e di rinascita dopo l’undicesimo posto dell’annata precedente; prima gara in casa col Napoli, un successo netto per 5-1 che fa morale.
Alla seconda ecco lo spauracchio per i giallorossi: trasferta a Bologna, è il 2 novembre 1941. I campioni d’Italia in carica schierano: Ferrari, Fiorini, Pagotto, Malagoli, Andreolo, Marchese, Biavati, Arcari, Busoni, Andreoli, Reguzzoni. La Roma oppone: Masetti, Brunella, Acerbi, Donati, Mornese, Bonomi, Krieziu, Di Pasquale, Amadei, Coscia, Pantò.
A dirigere il match il signor Barlassina di Novara. Bell’avvio dei padroni di casa, che con Arcari e Reguzzoni impegnano Masetti. Dopo il primo quarto d’ora la pressione bolognese si allenta un po’ e la Roma avanza.
Al 36° Reguzzoni viene atterrato in area da Brunella ma, nel dubbio, l’arbitro lascia correre. Siamo alle battute finali della prima frazione, al 44° avanzano in tandem Krieziu ed Amadei. La palla viene lanciata in profondità a Pantò, ma Malagoli si intromette. A questo punto, però, il difensore commette un errore: decide di appoggiare debolmente all’indietro e Pantò ne approfitta.
A Ferrari battuto la conclusione del giallorosso si stampa sulla traversa, nulla di fatto. Si va al riposo, per ora la Roma di Schaffer regge benissimo sul campo dei campioni d’Italia.
La ripresa è iniziata da dieci minuti quando un pallone scagliato da circa trenta metri da Donati finisce nel sacco alle spalle di Ferrari, la Roma è in vantaggio. A questo punto l’esperta compagine rossoblu dovrebbe saper reagire mantenendo i nervi saldi… ma anche loro sono umani. La prova la fornisce due minuti dopo Fiorini, che sferra senza motivo un calcione a Coscia.
L’arbitro Barlassina lo spedisce negli spogliatoi, espulsione giusta. Ridotti in dieci, il nervosismo cresce e la mira, in questi casi, difetta sempre. La Roma, invece, amministra bene il suo gol di vantaggio.
Al 34°, tra le proteste dei giallorossi, viene assegnato un angolo ai felsinei. Sulla battuta si apre una mischia furibonda ed a risolverla è il rossoblu Andreoli, siglando la rete del pareggio. Amadei e compagni non accettano di portare via solo un pari da Bologna; l’occasione è ghiotta ed un successo su un campo da sempre tabù sarebbe un ottimo incoraggiamento per un torneo ancora molto lungo.
La voglia di fare il colpo grosso c’è e dopo soli 3 minuti, al 37°, si ristabiliscono le distanze. Avanza Coscia sulla sinistra, Marchese cerca di contrastarlo, Coscia elude l’intervento dell’avversario, palla per Krieziu al centro che non ha difficoltà a battere Ferrari, è il gol che decide le sorti della gara. Il Bologna non ha la forza di reagire e deve arrendersi.
Erano tre anni che la squadra emiliana non subiva uno stop interno, precisamente dallo scontro col Torino del 9 ottobre 1938. Fu un secco 0-3 incassato dalla rivale con cui ingaggiò un’intensa lotta per il titolo, che vide infine trionfante la squadra del presidente Dall’Ara.
Per i giallorossi fu un segno del destino imporsi sul terreno ostico di Bologna, in quell’inizio novembre del ’41? Forse.
La storia dice che il 14 giugno successivo la Roma riuscì finalmente a coronare il suo sogno tricolore vincendo in casa col Modena 2-0.
Conquistato lo scudetto, nei giorni successivi dal Bologna fu inviato un telegramma di congratulazioni alla società giallorossa, la cui sede era ubicata allora in via del Tritone 125, questo il testo: “Ci stacchiamo dalle maglie lo scudetto, convinti che da oggi orna il petto dei giocatori della squadra più grande”.