La serie A 1977 – ’78, per i colori giallorossi, parte con l’intenzione di migliorare l’ottava piazza con cui a maggio Liedholm si era congedato dalla sua prima avventura romana.
A dargli il cambio in panchina c’è Gustavo Giagnoni, l’allenatore sardo “con il colbacco”, il suo copricapo abituale. Gli impegni, però, scorrono evidenziando il male cronico di una squadra alla ricerca perenne di continuità a cui si aggiunge la sfortuna di alcuni infortuni, tra i quali quello del centravanti Guido Ugolotti.
La trentesima ed ultima giornata si disputa il 7 maggio 1978, si va a Bergamo a far visita alla “Dea”, poi occhi puntati sui campi di Mar Del Plata e Buenos Aires (stadio del River Plate) per il mondiale di Argentina.
Su quei terreni di gioco la nazionale italiana costruirà un buon quarto posto finale. L’Atalanta non ha brillato in casa nel corso del campionato, di contro la Roma non ha ottenuto nessun successo fuori dalle mura amiche.
Giovan Battista “Titta” Rota, tecnico dei nerazzurri, nell’occasione schiera: Bodini, Cavasin, Mei, Vavassori, Marchetti, Mastropasqua, Scala, Rocca, Pircher, Tavola, Bertuzzo.
Gli risponde Giagnoni disponendo così i giallorossi: P. Conti, Chinellato, Menichini, Piacenti, Santarini, Bacci, Casaroli, Di Bartolomei, Musiello, De Sisti, Maggiora. Arbitro Patrussi di Arezzo.
Partenza subito ravvivata all’11° da una conclusione ravvicinata di Bertuzzo che viene respinta sulla linea da Piacenti. Il tocco è col braccio, ma il direttore di gara opta per l’involontarietà e si prosegue.
La prima frazione si riassume qui; i lombardi attaccano con poca convinzione e i capitolini controllano. Al 6° della ripresa Peccenini prende il posto di Menichini tra i giallorossi, mentre Libera rileva Pircher tra i padroni di casa al 19°.
Alla mezz’ora la svolta; Musiello viene atterrato da Mei, punizione dal limite. Posizione invitante per Agostino Di Bartolomei.
La sua staffilata scheggia la parte bassa della traversa e rimbalza oltre la linea. Il portiere bergamasco smanaccia appena può, ma il segnalinee indica con sicurezza il centro del campo.
È il gol partita, non succede più nulla e la Roma di Giagnoni riesce finalmente a centrare un successo in trasferta in un torneo sicuramente non esaltante.
Come nell’annata precedente, una rete di Di Bartolomei permette di chiudere con una vittoria che rende meno amaro l’arrivederci al prossimo anno. I due punti ottenuti consentono ai giallorossi di scavalcare gli orobici in classifica confermando l’ottavo posto del maggio ’77.
La graduatoria finale dice che il sorprendente L. R. Vicenza si piazza in seconda posizione ed il suo cannoniere, con 24 centri, primeggia in serie A. Si tratta di Paolo Rossi, che nelle competizioni mondiali di Argentina 1978 e soprattutto del 1982 in Spagna diventerà per tutti “Pablito”.
La Roma, intanto, spera di poter cambiare la tendenza degli ultimi anni facendo sforzi economici nel marcato estivo, in cui il presidente Gaetano Anzalone batte la concorrenza di tante squadre e riesce ad accaparrarsi il promettente centravanti Roberto Pruzzo, futuro “Bomber” tre volte capocannoniere con la casacca giallorossa e campione d’Italia nel 1983.
In quell’estate del 1978 appare il “lupetto”, nuovo logo della Roma. Quella che inizierà il 1° ottobre sarà l’ultima stagione al timone della società per Anzalone, gli succederà Dino Viola, avviando il periodo più glorioso nella storia dell’A. S. Roma.
di Massimiliano Spalluto