13 gennaio 1980: prima volta da Capitano per Agostino Di Bartolomei
È il 13 gennaio 1980, una domenica di cui negli anni a seguire si parlerà tantissimo per via di squallide faccende legate allo sport più popolare nel nostro Paese. Siamo nel vortice del primo scandalo relativo alle scommesse illegali che esploderà in maniera fragorosa il 23 marzo successivo con le manette scattate ai polsi di giocatori e dirigenti delle società coinvolte.
Tra gli scontri che risulteranno alterati anche alcune gare di questa prima giornata del girone di ritorno della stagione 1979 – ’80. Seguiranno strascichi legali e sportivi importanti che mineranno la credibilità del movimento calcistico, dando vita a polemiche mai sopite nel corso dei decenni successivi.
Nello stesso turno si gioca la sfida di San Siro tra il Milan di Massimo Giacomini e la Roma di Liedholm; un match combattuto ma soprattutto vero, che verrà ricordato negli annali della storia giallorossa per la promozione sul campo di uno dei suoi giovani campioni. In questa freddissima domenica di gennaio, infatti, un tassello fondamentale di quel mosaico perfetto che Dino Viola ed il “Barone” Nils Liedholm stavano componendo trova la sua consona collocazione: ad Agostino Di Bartolomei viene affidata per la prima volta la fascia di Capitano della Roma.
Con questa scelta si vanno delineando le gerarchie su cui si baserà la squadra che di lì a breve sarà destinata a lottare ai vertici della serie A, svolgendo un ruolo che mai fino a quel momento aveva visto la Roma protagonista in maniera così continuativa. La settimana precedente, nello scontro interno con l’Avellino, aveva debuttato in qualità di Capitano il suo compagno Francesco Rocca, cresciuto con lui in quella Primavera romanista che nei primi anni Settanta conquistò due scudetti consecutivi e altrettante Coppe Italia. Per la cronaca il maggiore risalto riservato alla sfida con i rossoneri è dovuto alla decisione della terna arbitrale di annullare ben tre reti dei padroni di casa. Il clamore risiede nel numero delle segnature invalidate, non nella sostanza. La moviola, infatti, toglie ogni dubbio su due gol lasciando una minima percentuale di incertezza sul terzo, ma solo per mancanza di immagini eloquenti. Nel complesso, però, è approvata la scelta arbitrale di non concedere i gol.
Escludendo i tre episodi poi vivisezionati dal pioniere della moviola italiana Carlo Sassi, la gara dice che gli uomini di Liedholm hanno lottato alla pari con i campioni uscenti e che, trascinati dal nuovo capitano, sono stati in grado di creare nitide occasioni da gol. La partita termina a reti inviolate, il risultato è giusto. La Roma è ancora in via di definizione ma la mano di Liedholm si nota; tuttavia, ci sono molte situazioni da valutare e bisogna capire dove e come intervenire per poter realizzare l’audace progetto di Dino Viola. Il Milan, all’opposto, cerca di conservare quel titolo conquistato l’anno prima grazie alla sapiente guida di Liedholm ma a fine stagione, malgrado il terzo posto, si ritroverà in serie B per via dello scandalo scommesse già menzionato.
Per il presidente Viola si tratta del suo primo torneo da massimo dirigente, un “anno di transizione” che serve a comprendere meglio cosa manca per creare “la macchina perfetta” in grado di dare nuova vita all’orgoglio giallorosso, così troppo a lungo represso. Arrivano Falcao, Nela, Maldera ed altri campioni che vanno a costituire l’ossatura di un gruppo formidabile che conquista il tricolore nel 1983 e che ha nel Capitano Di Bartolomei il suo stabile e degno punto di riferimento.
di Massimiliano Spalluto